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Memorie di pietra: presentazione del libro giovedì 24 marzo ore 17,30
lunedì 21 marzo, 2011
Giovedì 24 marzo ore 17,30
Salone della Questura di Trieste
Via Torbandena 6

A Trieste, città nella quale esiste una delle comunità ebraiche più numerose d'Italia, dal 1934 si mette in pratica lo sventramento del vecchio Ghetto ebraico e di una grossa parte della Città vecchia.

"Memorie di pietra" curato da Diana De Rosa, Claudio Ernè e Mauro Tabor, ricostruisce le vicende di quegli anni e verrà presentato nel Salone della Questura di Trieste. La sede non è casuale: proprio sull'area del Ghetto abbattuto si costruirà la Casa del Fascio inaugurata negli anni '40, uno degli edifici "simbolo" di quegli eventi, e oggi sede della Questura.

Con gli sventramenti degli anni '30 si attua un progetto del regime fascista di ridisegno della forma della città: ridisegno urbanistico ma anche sociale e politico. Perchè oltre agli edifici del Ghetto – cadranno anche due sinagoghe – si demoliscono le abitazioni della Trieste popolare dove convivevano, assieme a un’importante colonia di ebrei originari principalmente dall'isola di Corfù, operai, operaie, artigiani, camerieri, donne di servizio, marinai, manovali e lavoratori del porto provenienti dal Friuli, dall'Istria, dalla Dalmazia ma anche dal più lontano Meridione italiano o dalle province croate, slovene e austriache dell'ex impero asburgico.

Vengono trasferite oltre 1000 persone e si liberano spazi per grandi speculazioni edilizie, il tutto prima dello scoppio della Seconda Guerra mondiale che trascinerà anche Trieste nell’immane tragedia della Shoah.

Tragedia che verrà anticipata nel settembre 1938 quando Mussolini - dopo aver visitato alcuni dei cantieri più importanti - annuncia le leggi razziali proprio a Trieste.

Città nella quale resterà eterno monito nell’edificio della Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio italiano.

"Memorie di pietra", grazie alle accurate ricerche di archivio e alle moltissime fotografie, illustrazioni e mappe, in gran parte inedite, ricostruisce le vicende di quegli anni a Trieste. Vicende che diventano paradigmatiche e di valore universale nell'intrecciarsi dell'uso strumentale dell'informazione giornalistica con la speculazione edilizia, del desiderio di riforma urbana e ridisegno simbolico e propagandistico dello spazio pubblico con il controllo sociale e l'allontanamento del "diverso" fino alla sua tragica espulsione dalla comunità degli uomini.


Francesco Penco alla Fiera Bobi Bazlen
giovedì 16 dicembre, 2010
Domenica 19 dicembre 2010, alle ore 17, al Caffè San Marco di Trieste nell'ambito della Fiera dell'Editoria Bobi Bazlen, verrà presentato il volume "Francesco Penco. Trieste e Fiume in posa" a cura di Claudio Ernè.


100 volte Jole!
lunedì 29 novembre, 2010
Giovedì 9 dicembre 2010 alle ore 18. all'Auditorimu del Museo Revoltella di Trieste (via Diaz 27) verrà presentato il volume "Jole Silvani. La soubrette amata da Angelo Cecchelin, Paolo Poli e Federico Fellini" di Guido Botteri.
Assieme all'autore e all'editore saranno presenti Antonio Calenda, direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sergio Grmek Germani, critico cinematografico, e Graziella Porta, attrice e doppiatrice,

E' l'occasione per festeggiare il centenario della nascita dell'attrice triestina.

Seguiranno gli spettacolo "Mia cara Niobe" e "Buon compleanno Jole".


Gillo Dorfles a Trieste
lunedì 22 novembre, 2010
Martedì 30 novembre 2010 alle ore 17.00 Gillo Dorfles presenterà il suo recente volume "99 + 1 risposte"
presso l’Università di Trieste – Aula Magna Androna Baciocchi

Assieme all’autore saranno presenti Cristina Benussi, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Pieraldo Rovatti, Docente di Filosofia Teoretica, Maria Masau Dan, Direttore del Museo Revoltella e Lorenzo Michelli, curatore del volume.

Nell’occasione sarà consegnata al professor Gillo Dorfles una targa a ricordo del suo insegnamento presso la Facoltà di Lettere e Filosofia.


Moya alla Barcolana di Carta
giovedì 07 ottobre, 2010
IL SEGNO DELL’ONDA. MOYA 2010 – 1910
di Piero Tassinari e Paolo Rumiz


Trieste, venerdì 8 ottobre, ore 18.00 presso l’arena barcolana
(di fronte alla Stazione Marittima): il giornalista Marino Vocci dialoga con l’autore del volume, Piero Tassinari e con l’editore, Massimiliano Schiozzi.
Dopo il successo dei precedenti volumi dedicati rispettivamente a Carlo Sciarrelli, Architetto del mare e Tino Straulino, Signore del mare, continua la serie dei volumi che Comunicarte dedica alle “Carte di mare” (questo il nome della collana): nel 2010 si compie il centenario di Moya, antico yacht in legno, fabbricato sulla costa inglese e che ha il suo porto oggi a Trieste. Piero Tassinari e Paolo Rumiz ne ripercorrono a ritroso la storia nel volume Il Segno dell’Onda. Moya 2010-1910. Il libro riprende i viaggi di quest’imbarcazione straordinaria in un percorso geografico e temporale a ritroso, dall’Egeo fino alle coste della Morecambe Bay, dove l’autore si perde nella contemplazione dei resti del famoso cantiere di William Crossfield che la varò nel 1910. È ricco di dettagli, dalle tecniche di costruzione alla composizione della società inglese di inizio secolo, alle ricette dei cibi cucinati e consumati a bordo, ai documenti usati nella ricostruzione della storia della barca, ma è soprattutto un libro di viaggio, un personale itinerario a ritroso nella storia per rispondere ad un’unica domanda: qual è il senso, etico ed estetico, di possedere e navigare, oggi, una barca del genere? Lungo questo viaggio affiorano documenti meravigliosi: fotografie d’epoca, diari di bordo, lettere dei proprietari precedenti, nonché gli incontri in carne ed ossa con i protagonisti di una stagione passata della vela da diporto.

Grazie all’accurato e appassionato lavoro di ricerca di Piero Tassinari tra dati tecnici e riflessioni intime, attraverso la comunicazione visiva delle immagini d’epoca, fino all’analisi degli arredi, della società del mondo di pescatori e turisti balneari in cui nasce, della progettazione e dei diversi restauri di cui è stata oggetto, l’illustrazione dello storico yacht propone molti possibili livelli di lettura. Notevole anche la documentazione storica: le foto ritraggono cantieri, regate e crociere, pubblicità delle attrezzature, linee e piani velici, tra cui i rilievi eseguiti da Carlo Sciarrelli in occasione del restauro del ’93, e dettagli d’arredo interno – per i quali Moya era nota. Paolo Rumiz, scrittore, viaggiatore di bicicletta e di barche inframmezza il testo del libro con suggestioni, visioni e considerazioni, testimoniando quanto la barca sia in realtà uno strumento per i viaggiatori della mente.

A riprova del valore storico delle ricerche, lo scorso 5 settembre 2010, presso la sede del Cantiere Valdettaro (Portovenere, La Spezia), l’armatore di Moya, Gaetano Terrin, è stato premiato come armatore proponente la migliore documentazione storica della propria barca (Premio Mopi).

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