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Racconti umoristici triestini
18.00€
autore: Vladimir Bartol
a cura di: traduzione di Patrizia Vascotto
ISBN: 978-88-6287-098-6
testi di: con un testo di Piero Purich
anno: 2019
pagine: 220
formato: 12,5 x 20 cm
rilegatura: brossura con alette
lingua: italiano
collana: solo parole

Ambientati nella Trieste alleata dell’immediato dopoguerra, pubblicati per la prima volta nel 1957, e ora magistralmente tradotti dallo sloveno da Patrizia Vascotto, i Racconti umoristici «dipingono con brio e ironia le controversie ideologiche, politiche, sociali, etniche e culturali di una città in bilico tra due mondi, sistemi e stati» (Miran Košuta). Il giornalista Jakomin Pertot, Mangialupi goffo affarista meridionale, Amoretta con le sue magnifiche gambe da assicurare, il dottor Grad che vuol diventare il re degli sloveni, l’incontentabile sir Oliver Burke, l’autorevole critico Magnanimo Furbarelli, la portinaia che fa la medium, sono solo alcuni dei fantastici ma credibili personaggi che affollano i quattro racconti. Una rara testimonianza letteraria degli anni del Territorio Libero di Trieste e del Governo Militare Alleato vissuti in prima persona da Vladimir Bartol. Come scrive Piero Purich nella sua introduzione «I Racconti umoristici sono pieni di quella varia umanità che si trova proprio nei luoghi dove si possono fare traffici illeciti e grandi affari, intrighi internazionali e trattative diplomatiche, business milionari o intrallazzi sull’orlo del patetico: spie, diplomatici, informatori, faccendieri, borsaneristi, millantatori, trapoleri di bassa lega, attricette disposte a tutto per agguantare la fortuna, soldati alleati in cerca dell’affare, cerini, prostitute, ufficiali alleati, ex partigiani, fascisti, collaborazionisti, esuli, fuoriusciti jugoslavi, infiltrati italiani, gentlemen inglesi, profughi balcanici, rifugiati anticomunisti. Una città in cui la guerra fredda offre opportunità e distribuisce fallimenti, un luogo di passioni politiche ormai inimmaginabili». Vladimir Bartol (Trieste, 1903 – Lubiana, 1967) nato nella Trieste austroungarica, si trasferì in Francia, dove si laureò in Psicologia alla Sorbona. Visse gli anni successivi tra Belgrado e Lubiana fino allo scoppio della guerra, quando si unì alla resistenza slovena contro l’occupazione nazista. Dopo la guerra, nel 1946 tornò a Trieste, a quel tempo sotto l’amministrazione anglo-americana, dove visse per un decennio e dove concepì i quattro racconti che dovevano far parte di un ciclo narrativo più ampio. Nel 1956, le nuove autorità italiane non gli rinnovano il permesso di soggiorno ed è costretto a rientrare a Lubiana dove morirà il 12 settembre 1967. Tra le sue opere ricordiamo "Al Araf" (1935) e "Alamut" (1938), il suo capolavoro, unica sua opera tradotta in italiano prima dei "Racconti umoristici triestini".

Scarica il file allegato "scheda_bartol_2019.pdf"

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