Giacomo, scolaro della scuola di via Giotto a Trieste, sul finire dell’Ottocento, per tre giorni alla settimana affondava il suo cucchiaio nella ciotola di alluminio per mangiare la minestra di fagioli al tavolo della refezione scolastica. Riso e fagioli, orzo e fagioli, frumento e fagioli, capucci garbi e fagioli, capucci, rape e fagioli, insalata di fagioli: i fagioli erano presenti in tante di quelle minestre e per molti scolari affamati, malnutriti quei fagioli erano veramente magici, ma raggiungerli non era facile poiché, oltre a essere poveri, per averne diritto dovevano comportarsi bene ed essere studiosi. Diana De Rosa ricostrusice la storia della refezione scolastica che ebbe una funzione morale ed educativa ma ser vì anche come propaganda politica sotto il fascismo e durante le guerre ebbe il merito di mantenere gli scolari a scuola dando loro una parvenza di vita normale in tempi tragici. La refezione scolastica fu anche un fatto scientifico: i dietari che si susseguono nel tempo sono compilati da medici che ne giustificano in termini “nutrizionisti” la composizione, alla ricerca della ricetta più nutriente, ma anche più economica.